Che circo di luci è la vita!
Luci che mi fanno chiudere gli occhi.
Troppo forti.
Se chiudo gli occhi
un’ombra di sorrisi,
brivido che risucchia il cuore.
Che vita distratta,
che dipinto di bianche solitudini!
Che maschera di lacrime e di odori divertenti!
Siamo pupille che ridono senza calore,
fisse, immutabili.
Dolore.
Tu paura dell’irriconoscibile
dietro un gesto amico,
Tu hai ansia di non poter leggere
la danza di un volto antico.
Malinconia del tempo e della storia.
Balla, scherza, inganna.
Riso amico, nota stonata,
eco lontano del fango e delle viscere.
Chiudi gli occhi, perché nel buio vedi,
perché i pensieri si fanno più chiusi e più profondi,
E torna quel viso che deforma il mio,
Ricordo.
Non tutto è come sembra.
Chiudi gli occhi ora tu,
maschera inquietante,
anima persa,
che mangia la pace invece di cercarla,
cuore che sussulta un uomo smarrito,
che desidera un coraggio di girare a vuoto attorno a sé stesso.
Non tutto è come sembra.
La paura dei clown, nota anche come coulrofobia, è una fobia relativamente comune e spesso fraintesa.
Questa paura può manifestarsi in vari gradi di intensità, da un leggero disagio a un terrore paralizzante, e si ritiene che abbia radici profonde nella psiche umana.
La figura del clown è storicamente associata al divertimento e all’intrattenimento, risalendo a giullari medievali e arlecchini della commedia dell’arte. Tuttavia, l’aspetto grottesco del clown, con il trucco esagerato che deforma i tratti del viso, può creare un senso di ambiguità e incertezza.
La coulrofobia, oggi sviluppata anche in olfatto con Filippo Sorcinelli, è una sorta di completamento di una ricerca sul significato profondo della paura iniziato con la fragranza “but not today” nel 2018 e proseguita lo scorso anno con “né il giorno, ne l’ora”; può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone che ne sono afflitte. Situazioni comuni come feste di compleanno per bambini o eventi circensi possono diventare fonte di stress e ansia. In casi estremi, la sola vista di un’immagine di un clown può scatenare una reazione di panico.
L’ambiguità, infatti, è la laguna dei pensieri, i movimenti impacciati sporcati d’arte proiettano le nostre angosce, assottigliano il volto e descrivono la cattiveria.
Ma l’Arte autentica interviene sulla cattiveria di facciata come interviene sull’animo. Solo lei produce questo corto circuito capace di annullare ciò che induce al negativo sulla cattiveria.
L’Arte descrive ma non limita e non ama esasperare la negatività. La descrive, perché esporla fa sì che la materia della Bellezza prenda il sopravvento anche in situazioni negative.
Qualcuno ha bisogno di essere cattivo ma solo l’altro può circoscrivere il suo limite nella strada della solitudine.
E solo allora il centro della cattiveria diventerà costruzione sociale.
SOGGETTO: Vetiver, Legno cedro, Legno sandalo, Ambra, Oud
CONTRO SOGGETTO: Artemisia, Petitgrain, Salvia sclarea, Patchouli
CODA: Limone, Bergamotto, Lavanda, Fragola